30 marzo 2008

notti al mirtillo

questo film è bellissimo
a parte lo stronzo titolo che gli hanno dato in Italia:
"Un bacio romantico"


Come in un film di Wong Kar Wai.
La realtà è il rallenty effimero di un 16 mm sgranato.
Alienata e diafana,
allacciata ai tubi innocenti della mia esistenza.
Nella mente solo "Mourning air" dei Portishead.
I colori sono pigmenti stemperati e coagulati,
impressi nella breve estensione di un inquadratura,
appesi all'arco di questa scenografia, come addobbi.
I movimenti sono balzi e tregue,
tra quiete e strazio.
E' un artificio di visioni deviate.
Labile come immagine in uno specchio,
vive nel dubbio e muta
e nell' istante in cui ne viene spostata l'angolazione,
sparisce.
Esce dalla cornice,
il suo essere scarabocchiato.
Come lacrima da palpebra chiusa,
a stento tentenna.
Non vorrebbe.
In un logorio laconico,
rimane solo la musica che ho dentro.

28 marzo 2008

12/12/1969

A proposito,
un amico che era alla presentazione di Genna, mi scrive:

"e mentre guardavo per l'ultima volta il tuo oggetto del desiderio,
quel giuseppegenna dalle grandi occhiaie grigie,
taglio di capelli austero e scuro in volto,
modesto e gentile, nascosto da un giaccone blu, un prete,
"ancora un prete" avrebbe detto Bunuel
"e manco di campagna",
ho risentito quel tuo "Marcello!"
e allora sì che la pagina si è aperta, altro che imbianchini austriaci"

Che dire se non che un Marcello urlato
a casa mia fa tanto dolce vita, lei e la sua fottuta fontana...
perciò fa tanto negozio della mia cara mamma
e mi dispiace che devo stare lontana dalla sua dolce vita padana...
Fortuna che un paio di occhiaie
mi consola più di una tazza di latte caldo
specie se chi ce le ha
è nato mentre scoppiava una bomba in una piazza
che guarda a caso centra sempre con una cazzo di fontana.

E' la vita che è una fontana,
non la dolce,
non la piazza.
Comunque è assodato,
ho un debole per le occhiaie,
vero Domenico?

il cielo sopra Trastevere


Non ha la voce grossa che ci si aspetterebbe da quel volto scuro di latino d'origine siciliana.
Non stringe gli occhi da severo controllore del mondo quando ascolta gli altri,
ma li sgrana, come fanno i bambini davanti alle gelaterie in estate.
Non è prepotente come i suoi libri.
Non è miserabile come vuol dare d'intendere.
E' il contrario di quello che ti immagini.
Con quell'aria da cameriere cinese
annuisce e inchina il collo leggermente,
ma lo so che finge d'essere dimesso.
Non può essere altrimenti.
Ieri sera la "persona" che incarna Giuseppe Genna
presentava il suo Hitler a Trastevere.
La persona e il suo "non-romanzo".
Il romanziere e la sua "non-persona" riportata ai giorni nostri.
L'orrore e il vuoto descritti come la cronaca di un diario asettico e ascetico.
Ho una sua dedica che serbo con orgoglio, scritta a minutissimi caratteri.
Ha la grafia dei timidi.
Ma non ci credo proprio che lo sia.
Come non credo che quell'aria da cameriere cinese che annuisce
sia farina del suo sacco.
Sono certa che a fidanzarsi con le attrici (lui lo è con Federica Restani) poi si finisca a recitare per stare al passo
anche se non si è mai neppure lontanamente mai pensato
di fare l'attore.
Mi piace immaginarlo quando litiga con la fidanzata
con un'aria da parvenu che si cuce addosso per l'occasione
come un cappotto di cachemire
della migliore sartoria italiana.
Lui che fa parte di un'altra migliore categoria:
quella della narartiva italiana.
Classe 69.
La classe non è acqua, eh no...
anche se ieri sera su di noi ne pioveva a catinelle.
Non era solo quella che cadeva dal cielo sopra Trastevere
era la classe di Genna
che adesso posso dirlo:
altro che cameriere cinese,
piuttosto un barone che non è rampante
ma la cui nobiltà trapela dalle spalle che nonostante siano incurvate
celano ali pronte a far spiccare il volo,
ma non a lui, a te.

26 marzo 2008




Coi "Gogol Bordello"
Ocio Burdela !
la budella balla
la Bomoll vacilla
ma che bello!

21 marzo 2008


Non è un film per cosacchi
dal passo nello stivale.
Insomma non è per chi ascolta musica ballando.
Ma è Miles Davis in bianco e nero,
Musica bella anche per gli stonati.
Era il 1958,
era la Francia di Malle.
Era prima della rivoluzione.
Il romanzo da cui è tratto questo film lo si trova solo usato.
Ci vorrebbe un remake.
Ma chi potrebbe entrare nei panni della Moreau
senza che le stiano stretti?
Tempi moderni,
tempi da giacche e cravatte portate tanto per fare.
Tempi di gonne strette e tacchi che si spezzano.
No, non ci sono più le scarpe di una volta.

19 marzo 2008

Aemilia, terra di frontiera



"...sei riuscita attraverso lacrime e sangue a creare un romanzo metafisico che trascende materia dopo materia, persona dopo persona su su fino al mistero di quel territorio coagulatosi nei vasi sanguigni generati da quella secolare aorta che è la Via Aemilia... una frontiera, e non un confine, dove il nord tecnologico e il sud musicale si baciano e tanti enzoferrari e giuseppeverdi ballano il liscio, occhi negli occhi, al centro della piazza porticata..nell'aria il suono di un'orchestrina di fisarmoniche e pistoni ... e dove la donna assume un ruolo forte e di equilibrio nella mitologia della sdora... e il suo ventre è forse il vero confine, entro cui Mondi diversi che escono improvvisi dall'aldilà delle nebbie, placano i loro conflitti..."

Non ho resistito a riportare qui un commento a parer mio bellissimo sul mio romanzo, ma se a dirlo è un artista come Luigi Serafini, c'è da inchinarsi, e sono la prima io.

15 marzo 2008


E Franti rise.
Quando morì il re.
Chi se lo ricorda?
In "Cuore" tutti.
Mentre i Franti di "Luna nera" e de "Il giardino delle 15 pietre" forse in meno.
Erano bravi, cazzo, musicalmente diversi da tutti gli altri di allora.
Non ho idea di dove siano finiti.
Ero una ragazzina quando un tipo con cui ci innamorammo anche, ma che ormai non c'è più, mi regalò una musicassetta malconcia che aveva trovato dentro ad uno stereo che aveva rubato.
Si chiamava Leo. Aveva gli occhi verde Heineken.
Io occhi così brillanti non ne ho più visti,
fosse anche quello che "si faceva" a renderglieli così.
Era bello quanto pazzo.
Lui, che poi l'hanno tristemente ammazzato,
potrebbe essere anche il corrispettivo maschile della protagonista della canzone dei Baustelle "La guerra è finita".

Sì, sembra scritta anche per lui, che era così. Anzi, molto peggio, in realtà.
Però a me, dopo tanti anni, continuano a ricordarmelo di più i Franti.
"A suivre": piango tutt'ora quando la ascolto.
Per fortuna ho ritrovato tutto in e-mule...
perchè quella vecchia musicassetta
l'ho talmente ascoltata e riascoltata che si è completamente smagnetizzata.
O forse è stato solo il tempo che è passato
a cancellare la musica di quel nastro...
come invece non è stato il tempo a cancellare Leo "occhi Heineken",
ma le sprangate in testa di qualcuno che tra troppo poco uscirà di galera.
Lui, il più Franti di tutti.
Che rise mentre uccideva.