03 dicembre 2006




- Posso camminare - disse Alice con una risatina cordiale al "fiacchieraio cortese".
Poteva camminare. Camminò. Attraversò il ponte.
Il cielo a rannuvolarsi vide passarsi sotto il lucido dei suoi capelli corti.
Il fiume se ne stava lì a gorgogliare mentre il tassista si allontanava.
Lei si appoggiò alla balaustra.
Aveva mentito. Le gambe le facevano ancora male.
Mancava poco al marciapiede, quello col pub dalla buona birra al doppio malto.
Era sola da più di un anno.
Ci stava incredibilmente bene, sola.
Se gliel'avessero detto prima non ci avrebbe mai creduto.
Della coperta di lana, solo di quella, la sera, appoggiata sulle ginocchia, aveva bisogno.
E delle telefonate di sua madre.
Ancora due passi e si sarebbe seduta al suo pub prediletto
e avrebbe preso tra le mani la moleskine ormai piena
ove appuntar quelle parole da dare in pasto agli avvoltoi
e avrebbe avuto negli occhi la gente che passava dietro alla vetrata
di quel pub che sembrava uscito da un quadro di Edward Hopper...