09 giugno 2008

sex and the end


Ero indecisa se andare a vedere questo film.
Sapevo che si sarebbe chiusa un'epoca, sui quei titoli finali.
L'epoca in cui ho sognato, insieme ad altre migliaia di ragazze,
quella New York da bere, brillante come solo i culi di bottiglia ben lucidati della bigiotteria kitch sanno essere.
Però che bella l'illusione.
Quante volte mi sono sfagiolata i 6 magici cofanetti che presuntuosamente spiccano in cima alla mia libreria vintage, proprio tra Pirandello e Kafka.
Nelle sere solitarie, in certi pomeriggi domenicali di pioggia, in alcune notti insonni mi hanno fatto compagnia quelle 4 amiche che tutte vorrebbero avere, proprio perchè così sprezzantemente onnipresenti nel momento del bisogno, come solo le serie televisive sanno essere, più delle persone.
Quante volte ho provato di riadattare il mio armadio a quello di Carrie... dio! quelle magliette e quelle scarpe! riuscire a farsi invidiare con addosso i vestiti da bancarella... forse che le bancarelle di New York però non sono quelle di Roma...
quante volte avrei voluto avere anche io una rubrica su un quotidiano, mi sarei accontentata anche di un "annuale"...
quanti Manhattan ho bevuto anche io con le mie amiche in carne ed ossa, certo più carne che ossa di quelle del film.
Anche ieri sera ero con alcune di loro al cinema, sì alcune di loro, non tutte, perchè per fortuna ne ho più di tre, forse meno onnipresenti ma certo più vere, variegate, sfacciate e sfaccettate e comuni mortali di loro.
La lacrimuccia è spuntata a ognuna di noi durante il film.
E, uscendo dal cinema, fuori c'era ad aspettarci, non un taxi di N.Y,
ma un senso di mancanza, una punta di sofferenza, una specie di rimpianto
come se ci fosse successo di lasciarci scippare stupidamente la borsa.
E invece no... erano gli anni...
sfagiolati in quei cofanetti.