24 novembre 2008

chi fa da sè fa per sè



... e come si fa a rimpiangere gli anni 80 quando hai odiato i Moncler
... e come si fa a spolverare i libri letti tre volte
... e come si fa a lasciarsi amare da qualcuno che non vuole leggere i tuoi libri
... e come si fa a spazzolare il divano dalle briciole dei biscotti scaduti da due settimane
... e come si fa a smanettare con la Play station alle tre di notte
... e come si fa ad uscire sotto la pioggia con le ballerine di Chanel
... e come si fa a lucidare le scale con i muratori che lavorano
... e come si fa a pensare al cinema mentre vedi serie tv su serie tv
... e come si fa ad accendere la televisione solo per vedere film classici di 50 anni fa
... e come si fa a farsi mora quando dentro ti senti bionda
... e come si fa a pensare all'America quando vivi nel centro di Roma
... e come si fa ad ascoltare il jazz quando ami il dark
... e come si fa...

12 novembre 2008

il tè delle 5, ma della notte...



Tu sei femmina ma prediligi amici maschi. Non per secondi fini ovvi, ma perché con le femmine sei talmente esigente che raramente ti ci trovi bene. Sai quanto per te sia difficile trovare nel genere femminile individui con cui trovarti a tuo agio. Hai avuto poche amiche ma in quel caso sono state vere, e ci hai messo anni a rendertene conto. Sei pignola e selettiva con le donne come non lo sei con gli uomini.
Gli uomini non ti fanno paura, le donne sì.
Non è il confronto, non centra nulla, è che temi di incontrare quella parte esponenziale del tuo stesso genere che ti fa incazzare e deprimere insieme. Quella parte che fa essere i maschilisti tali.
Se ammetti che un uomo possa sbagliare, perché è insito nel suo essere, ad una donna non lo permetti.
Di come possano essere gli uomini non ti importa, perché con loro in un modo o nell’altro rimedi, o non li consideri di pezzo, o ti piacciono caratterialmente, o li tolleri senza fatica. I maschi non ti buttano giù. Le donne si.
Perché temi di incontrare quella che saresti potuta essere 300 anni fa.

03 novembre 2008

lost luciana


Era una ragazza che attirava gli sguardi su di sé. Più non avrebbe voluto e più faceva di tutto per non evitarlo. Era piena di contraddizioni e con lei la sua intera vita. La gente la guardava. Per strada. Sul tram. Nei bar. Non la conosceva eppure la guardava con la stessa curiosità che a volte si riserva alle donne che vengono scambiate per attrici. Lei assomigliava a Luciana Gilli, era un po’ più sciupata, ma arraffazzonadola avrebbe anche potuto posare per qualche fotoromanzo. La gente era attratta prima da com’era vestita specie se indossava la minigonna, poi gira e rigira, sì le scarpe, sì le gambe, sì la pancia, sì il seno, andava sempre a finire che la guardavano in faccia. Aveva un’aria furtiva e crucciata che la faceva sembrare in fuga da qualcosa.
Ed era andandosene in giro così che incuriosiva i passanti, per colpa di quell’alone di mistero trasandato con cui si circondava involontariamente.