30 gennaio 2007



Era il cielo sopra Berlino
sarà un pò Alice nella città.
Ho deciso, parto, vado a trovare l'Orso al festival.
Ho prenotato treno e ostello
anche se saranno pochi giorni
saranno per me importanti
perchè so che questo viaggio mi ispirerà per il nuovo romanzo che sto scrivendo.
Vedrò film che altrimenti non ci sarà mai modo di vedere (purtroppo, perchè non verranno distribuiti).
Gozzoviglierò per la città insieme a Laurence, la mia amica di Lugano, e i suoi amici berlinesi.
Berrò birra vera, come si deve
senza l'anidride carbonica che le spine italiane si ostinano a propinare.
A "Alezanderplatz, c'era la neve"...
Sì, la parte che era a est è sempre la mia preferita.
C'è un locale sulla Marx Allee, che sembra fermo agli anni '60,
rigorosamente in stile architettonico di regime. L'adoro.
Perfino la gente che ci va è nostalgica dell'epoca, vestiti da "far est".
Tappa obbligatoria per l'aperitivo: acqua calda, alcool e menta a foglie.
Perfino la via dell'ostello ha un nome da aperitivo: Pappelallee...

29 gennaio 2007



Ricevo da qualcuno di voi mail bellissime.
Mi comunicate le vostre emozioni provate nel leggere il mio libro.
Così mi rendete partecipe ai vostri cuori.
E' bello, questo.
Colorate certe mie giornate afone
con i mosaici delle vostre parole.
Io che per le parole vivo
mi rivivo anche nelle vostre.
E' fantastico scambiarcele.
Una volta c'erano i telefoni,
prima ancora le lettere.
Ecco, è come vivere in quei tempi antichi, di scambi epistolari.
Ma non è più un viaggio di cavalli o treni a condurli, ma i cavi che sono anche del telefono.
Ha tutto un fascino misto tra bohemien e telematico.
Sono i nostri tempi.

07 gennaio 2007



Invece Alice sta lì rinchiusa nel suo invidiabilissimo bozzolo di incantesimi mattutini.
Il pavimento liscio e freddo è il suo compagno di giochi.
La sua pelle si sbuccia ed esce la sua vera indole.
E' fatta come un uovo.
Lo spessore esterno più duro che le è sempre servito per proteggersi dagli urti si incrina.
Ne esce l'albume che è quello che gli altri hanno sempre voluto lei fosse.
Trasparente lascia intravedere la sua anima vera, il tuorlo, arancione come le tende della sua stanza.
Le parti di cui è composta sono tutte talmente viscose che sono in grado di sfuggire a qualsiasi tatto.
Pensa all’uomo sconosciuto, alle sue labbra che non l'hanno voluta del tutto.
Alle sue parole.
"Siamo quel che siamo. "
E’ vero ma è così difficile ammetterlo.
Il ciglio del materasso le ha accarezzato le gambe che lui le ha solo sfiorato.
E’ a lui che pensa quando bacia quel pavimento imperfetto.
E’ all’età della sua purezza che pensa quando la sua lingua tramuta la polvere nel sapore delle giornate di pioggia.
E' fortunata perché ha scelto di viversela come le pare questa giornata.