16 dicembre 2006

l'uomo che non c'era



Quando ti arriva un uomo così
con una scopa in mano
e scopa via i tuoi capelli tagliati
tremano le tue vene e il midollo di tutta la schiena vibra
come una corda di violino
sotto l'archetto del miglior musicista...

Ester è andata dal parrucchiere
e l' hanno messa nelle mani di un ragazzo.
Sul momento, a prima vista, non le ha fatto nessun effetto
ma quando lui ha preso a girarle attorno
osservando la sua testa come se fosse un reperto storico,
e considerando cosa poterci fare con quella sua testa nera
lei ha sussultato e ho preso a crogiolarsi sotto le sue mani...
C'erano solo le forbici a dividerli.
Lui sfiorava la pelle della sua fronte e della sua nuca con l'attrezzo del suo bel mestiere
ogni suo più sottile nervo cedeva sotto il suo incombere
e si è perduta.
Era come un marinaio con la sua nave in altomare
sotto i flutti della tempesta.
Non ha più capito un cazzo
lo lasciava fare, era succube di lui...
Ora si ritrova con un nuovo taglio di capelli che le fa schifo
e si fa schifo quando si specchia.
Però quell'"uomo che non c'era" se lo è sentita suo
e lei si è sentita sua
anche se per poche ore
che è il lato migliore di tutta la faccenda.
E lei adesso è felice in questa sua nuova "schifosità".

03 dicembre 2006




- Posso camminare - disse Alice con una risatina cordiale al "fiacchieraio cortese".
Poteva camminare. Camminò. Attraversò il ponte.
Il cielo a rannuvolarsi vide passarsi sotto il lucido dei suoi capelli corti.
Il fiume se ne stava lì a gorgogliare mentre il tassista si allontanava.
Lei si appoggiò alla balaustra.
Aveva mentito. Le gambe le facevano ancora male.
Mancava poco al marciapiede, quello col pub dalla buona birra al doppio malto.
Era sola da più di un anno.
Ci stava incredibilmente bene, sola.
Se gliel'avessero detto prima non ci avrebbe mai creduto.
Della coperta di lana, solo di quella, la sera, appoggiata sulle ginocchia, aveva bisogno.
E delle telefonate di sua madre.
Ancora due passi e si sarebbe seduta al suo pub prediletto
e avrebbe preso tra le mani la moleskine ormai piena
ove appuntar quelle parole da dare in pasto agli avvoltoi
e avrebbe avuto negli occhi la gente che passava dietro alla vetrata
di quel pub che sembrava uscito da un quadro di Edward Hopper...