13 maggio 2009

lettera aperta



No, "fighetto" non è per te
ma piuttosto per quella tua amica che batteva il tacco aspettandoti vestita radical chic.
Sono polemica in questi giorni
ne vedo troppe di cose che mi fanno incazzare
e ne sento altrettante.
Mi domandi come si fa a fare gli scrittori?
Non so come si fa anche se forse lo sto facendo.
So solo che bisogna scrivere bene le storie giuste
e poi devi avere il culo di piacere a uno di quei tanti editor giovani che sempre più spesso hanno 20 anni perchè costano meno alle case editrici, e io a volte mi chiedo "in che mano siamo?".
Poi so solo che è molto dura
e so che molti hanno fatto gli stagisti da qualche parte.
Io l'unico stage che ho fatto fu a 17 anni con gente che poi è morta.
Mi piacerebbe aiutarti ma non so aiutare nemmeno me.
Posso giusto dirti che alla domenica invece d'andare al mare rimango a casa a vedere film.
Ma non dire più di voler rinascere "bomoll"
perchè io sono solo una sopravissuta.
Non parlo del mio passato perchè non me lo ricordo
e mi invento storie perchè preferisco parlare di qualcun'altro che, anche se non esiste, uno che c'assomiglia, da qualche parte nel mondo, c'è sempre.
Vorrei scrivere una favola "tutta borghese" sulla tua amica
che si spaccia anti-borghese e poi è vestita con le etichette firmate nascoste e parla rubando le parole al Manifesto perchè di sue non ne ha,
e a casa c'ha la pappa pronta fatta con tanto amore da mammina.
Molto meglio questa sua madre che almeno non nasconde le etichette delle maglie e ha la capacità d'amare almeno sua figlia.
Vorrei scrivere di quella sua vita che chi non l'ha la vorrebbe
e chi ce l'ha se la infila su per il culo.
Poi dicono che il mondo è stronzo.
E mentre tu parli con me e la tua amica aspetta nervosa,
con questa pioggia che ci bagna,
perchè siamo di quelli che dimenticano gli ombrelli sempre da un'altra parte,
penso, ah! quant'era meglio Bologna che almeno aveva i portici e si poteva parlare tranquilli e le anti-borghesi si intrattengono guardando le vetrine dei negozi "etici" del centro, senza spaccar le palle con sguardi trucidi.
Eppure sono scappata da quella città che vizia.
Mi piace tenere il coltello per la lama.
Le mie mani belle, a tuo dire, sono piene di tagli.
Si va "avanti"!
come diceva la mia nonna socialista, che poi ci hanno chiamato pure i giornali con quell'avanti.
E tu che vuoi fare il giornalista, scrivi poeticamente, nel senso migliore del termine, quello che si relega alla prosa.
Io penso che dovresti scrivere un romanzo.
Se io fossi un editor lo sceglierei. Ma ho troppi anni per esserlo.
Spero di rivederti, nonostante la tua amica possessiva.
Spero che potremo essere amici e spero che mi scriverai perchè le tue parole sono belle semplicemente e questa è la cosa più difficile, te lo assicuro.
Come diceva Pavese non bastano le velleità, le furie, i sogni,
ci vogliono i coglioni duri per essere amanti... e delle parole, figurati!