11 febbraio 2007


Ero a Padova per la presentazione di "Lei che..."
Nel pomeriggio al liceo classico Tito Livio, e la sera in una chiesa sconsacrata poco fuori la città.
Stavolta nessun reading con attori, come piace fare a me, ma semplicemente il parlare del romanzo con il pubblico.
Alla vecchia maniera. Mi sono commossa quando ho riletto "Sbologna".
Mi fa sempre uno strano effetto, rileggere quel mio racconto.
Padova è una città bellissima, complessa e misteriosa.
La chiesa sconsacrata in cui ho presentato il libro, ne può essere in un certo senso, una metafora.
Padova, bigotta di base, ma che ha visto e vede esalare dai suoi vicoli il respiro della rivolta.
Sono andata a fare visita allo scultore Ettore Greco (nella foto sopra).
Nel suo studio, mentre lavorava, parlavamo.
Mi ha colpito il suo scolpire in penombra.
Gli ho chiesto perchè sta quasi al buio, che quasi non si vede nulla:
"nella penombra entri in intimità con la scultura, le forme emergono maggiormente con poca luce".
Ho osservato meglio. Era vero.
Sono entrata in un mondo che non conoscevo affatto.
Ci sarà nel mio prossimo romanzo un personaggio che lui mi ha ispirato.
Si chiamerà "l'uomo del giorno dopo".
Poi dirò il perchè...