17 febbraio 2012

Gli schiaffi mai dati

Sono stata bambina tra bambini che non lo erano.
Alle elementari avevo un compagno di scuola che a dieci anni aveva la pistola. In bagno durante la ricreazione la mostrava agli amichetti e si faceva grande assai.
Era grande, grande nel peggior dei termini.
Gli altri bambini lo ammiravano e ben presto alcuni riuscirono ad avere anche loro una pistola.
Si era sparsa la voce che c’era un signore che ti poteva regalare una pistola a patto che tu poi facevi qualche lavoretto per lui. Io li sentivo in bagno questi discorsi, di là dal muro.
Mi piaceva spiare i discorsi dei maschi mentre mi sistemavo i nastri rosa tra i capelli riflessa nello specchio. Mi fissavo e facevo le smorfie e mi chiedevo se anche io avrei potuto avere una pistola o se era solo una cosa per maschi.
Avevo nove anni. O capivo poco o capivo troppo, nessuno mi ha mai detto come stavano le cose.
So solo che ne parlai con mio fratello più grande, che con mia madre non tenevo il coraggio. Mi diede uno schiaffone che mi fece cadere a terra. Me lo ricordai tutta la vita.
Io ceffoni così a mio marito non ne ho potuti dare. Ma solo per una questione di rispetto, che l'istinto ce l'avrei avuto. A mio figlio sì, finchè era piccolo, ma ora so che sono serviti ben a poco. Sempre per quella faccenda delle pistole.
Ho capito che è questa la differenza tra i maschi e le femmine: dare schiaffi alle femmine serve. Ai maschi no.