31 dicembre 2007

lemony snicket


Mentre Ester se n'è partita per un viaggio attraverso gli anni '60
su di un Greyhound che attraversa l'America
vestita come la ragazza di Lemony Snicket
look che tanto le si confà,
Alice se ne è rimasta a casa
con la broncopolmonite
a leggere libri che si era ripromessa da tempo di leggere
e a guardare il cofanetto, che le hanno regalato per Natale,
con tutte le tre stagioni di Dr.House.
Ogni tanto si mandano un sms
anche se entrambe odiano il cellulare
ma è giusto per sapere se tutto procede avanti e indietro.
Alice verso il 2008
dando un bacio a Dr. House sullo schermo del televisore
che le ha curato i polmoni e l'ottimismo
durante queste feste,
Ester sempre più verso gli anni '50...
lei allo scoccar di questa mezzanotte
entrerà nel favoloso 1959
sfrecciando sulla Route 66
a suon di brindisi con un sosia di James Dean
suo vicino di sedile,
beata lei...

09 dicembre 2007

mammaroma


Come faccio a spiegare
a chi mi guarda allibito
pensando io sia distratta e vacua
che quando guardo il vuoto davanti a me
sto lavorando?

Roma brucia
ma nel frattempo l'orchestra di Nerone suona da Dio...

Orson Welles, scusa se è poco.
Rivoltati comodo, hai pur sempre ottimi vicini di tomba.

06 dicembre 2007

amarcord


Ormai ci avevo rinunciato.
Pensavo di non potercela fare.
Mi ero rassegnata da anni alla mia condizione.
Invece oggi è un giorno memorabile
perchè ho scoperto che anche io posso.
E' successo addirittura in fretta,
quasi all'improvviso.
Però quando ho cominciato è come se mi sentissi
che oggi sarebbe stato diverso.
Dopo ho pianto dalla gioia.
Mi ha avvolto un senso di liberazione.
Il peso sullo stomaco si è come disciolto.
Ho guardato la mia foto appesa al muro,
e ho gridato: "Che stronza! allora mi hai fregato per tutti questi anni!"
Erano mesi che non piangevo per qualcosa di sensato,
che non fossero le solite stronzate
come una storia d'amore che finisce o una colica di reni.
Oggi piango perchè sono felice.
Ed è il più bel piangere.

04 dicembre 2007

vento cammina con me


Me ne sto qui piegata su un tavolaccio anni '70
con sulle spalle un bozzolo di illusioni e parole scritte sul vento
e addosso maglioncini degni delle protagoniste di Twin Peaks.
Mi brucio gli occhi e mi storgo la schiena
aspettando che il bozzolo si dischiuda
e mi conceda di divenire, se non una farfalla almeno una falena.
Scrivo un film
che probabilmente la gente, nei cinema guarderà,
piluccando brustulli o pop corn,
mentre si sarà dimenticata il cellulare acceso
e mentre bacerà qualcuno di fianco.
Gente che quando uscirà dalla sala
rincorrerà un improbabile pub
e le sue birre e i suoi hamburger al piatto,
cosicchè, le parole tornino al vento.
Poi forse ci sarà qualcuno che ci penserà almeno un quarto d'ora
nelle arene estive
e nei piccoli cinema di provincia
quelli dove si crogiola la nicchia.
A volte penso che questo lavoro non si discosti un granchè
della preparazione di un hamburger al piatto
che è indispensabile per non morir di fame.
Già, almeno per quei pochi per cui il cinema
è per non morire e basta.