04 dicembre 2007

vento cammina con me


Me ne sto qui piegata su un tavolaccio anni '70
con sulle spalle un bozzolo di illusioni e parole scritte sul vento
e addosso maglioncini degni delle protagoniste di Twin Peaks.
Mi brucio gli occhi e mi storgo la schiena
aspettando che il bozzolo si dischiuda
e mi conceda di divenire, se non una farfalla almeno una falena.
Scrivo un film
che probabilmente la gente, nei cinema guarderà,
piluccando brustulli o pop corn,
mentre si sarà dimenticata il cellulare acceso
e mentre bacerà qualcuno di fianco.
Gente che quando uscirà dalla sala
rincorrerà un improbabile pub
e le sue birre e i suoi hamburger al piatto,
cosicchè, le parole tornino al vento.
Poi forse ci sarà qualcuno che ci penserà almeno un quarto d'ora
nelle arene estive
e nei piccoli cinema di provincia
quelli dove si crogiola la nicchia.
A volte penso che questo lavoro non si discosti un granchè
della preparazione di un hamburger al piatto
che è indispensabile per non morir di fame.
Già, almeno per quei pochi per cui il cinema
è per non morire e basta.